La solitudine di Mr Darcy
Delle innumerevoli implicazioni femministe delle eroine nei libri di Jane Austen ne avevamo già parlato, ma non avevamo trattato la questione dal punto di vista maschile e da qui una riflessione su “la solitudine di Mr Darcy”.
Il femminismo dal punto di vista maschile nei libri della Austen
In occasione della nuova edizione, messa in campo da la casa ed. La Tartaruga, del libro per eccellenza simbolo del femminismo in Italia, ovvero “Sputiamo su Hegel. E altri scritti” della scrittrice Carla Lonzi, mi sembrava doveroso fare una riflessione sul femminismo nei libri della Austen.
Questa volta però ho voluto tener in conto il punto di vista dei protagonisti maschili e il là mi è stato dato da questo interessantissimo articolo del “The Guardian”.
L’autore, Joseph Earp, ha l’occasione di rileggere, durante un lungo volo, Orgoglio e Pregiudizio, libro che già aveva apprezzato anni prima.
Durante il viaggio, Joseph rilegge un passo in particolare di OG: quello in cui Lizzy cerca di trovare qualcosa di cui ridere, prendendo in giro Mr Darcy e lui le risponde che ha lavorato tutta la vita affinché tutto ciò non avvenisse.
Quel passaggio in altri momenti della vita dell’autore era stato interpretato come una rivelazione passionale e romantica, di uomo che non lascia nulla al caso, ma che in quel momento gli sembrava l’ammissione di un forte senso di solitudine.
Questo tipo di tipo di solitudine, chiamiamola come “la solitudine dell’oppressore”, ha accompagnato Earp per tutta la vita.
Gran parte degli uomini che conosce, pensa, che l’hanno in qualche modo sperimentata (ovviamente un discorso diverso vale per le questioni di razza e di privilegio).
Ma da cosa deriva questa solitudine?
È conseguenza dell’esistere in un mondo che vuole che tu, maschio bianco cis etero, vinca e che ogni tuo desiderio venga soddisfatto ma che non ti fa sentire bene.
Una società creata appositamente per lo scopo che tu venga pagato di più e ti diverta di più, dove le tue parole hanno più peso ma che allo stesso tempo ti fa sentire come se i giorni sembrino comunque vuoti, dolorosi e inutili.
Come salvarsi dalla solitudine?
Secondo Earp è la stessa Austen a mostrarci l’errore che compiono “gli oppressori”: “se gli uomini si sentissero soli a causa del proprio status e non per conseguenza?”.
Qual è la soluzione?
Mr Darcy dirima le sue problematiche affrontando i suoi sentimenti, i dolori e le preoccupazioni dicendo cosa provasse.
Esternare i proprio sentimenti nella nostra società viene ancora vista come “una cosa da femminucce” quando, per quanto mi riguarda, è una forma di intelligenza e di maggiore conoscenza del proprio essere.
Spesso i libri della Austen sono stati incasellati in un tipo di letteratura rosa, quasi a volerli sminuire, in realtà contengono tutta la terapia di cui abbiamo bisogno come esseri umani.
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