Uno sguardo critico su Jane Austen
Per concludere la serie di articoli dedicati agli scrittori che in qualche modo sono stati influenzati o che in qualche modo abbiano trattato Jane Austen, ho voluto ulteriormente approfondire su come la Austen è stata studiata dal mondo della critica letteraria, per cui ho pensato di elaborare “Uno sguardo critico su Jane Austen”.
Pietro Citati e l’analisi critica su Jane Austen
Pietro Citati è uno tra i più illustri critici italiani, oltre ad essere un brillante scrittore e saggista.
Nel libro “Il male assoluto” fa un’analisi di tutti i più grandi romanzieri dell’Ottocento e dedica ben due capitoli alla nostra Jane.
Nel primo capitolo tratta solo le lettere che scrisse Jane, principalmente alla sorella Cassandra, nelle quali a lui:
“…Sembra di ascoltare una conversazione: avvenuta due secoli fa, in piccoli paesi dell’Inghilterra del Sud, ma così chiara e nitida e luminosa, come se avvenisse in questo momento, nella stanza accanto alla nostra, tra due ragazze che si sono appena lasciate.”
Inoltre scrive dello stile nelle lettere:
“Scriveva come parlava: con la stessa velocità, la stessa intonazione, piccole risate e piccoli capricci e piccole fantasie e cenni di assennatezza precoce.”
Le correzioni nelle lettere di Jane
Secondo Citati, la Austen opera delle vere e proprie “correzioni” all’interno di tutte le sue lettere:
- La discrezione (understatement inglese): una eroica e ascetica cancellazione dell’Io. Nelle lettere lei non esiste quasi mai e non cambia mai tono.
- Lo sguardo della Austen rivela sempre una tranquillità costante e sistematica, non si sa se per natura o maturata da rinunce e dolori. Tutto quello che guarda la Austen assume lo stesso rilievo: tutto è infinitamente importante e tutto non ha alcuna importanza. Non c’è indifferenza ma una specie di lieve e continua eccitazione, una gentile euforia.
- Il movimento: la famiglia Austen era sempre in moto. Nella trascrizione dei viaggi qualcosa succede: qualche volta la strada e fangosa e non sempre i cavalli sono buoni. Ma cosa importa? L’ordine e l’armonia verranno sempre ristabiliti.
- Omissione e cancellazione della morte: a parte qualche raro caso in cui Jane si sofferma sulla morte di una delle cognate, nelle sue lettere c’è un vero proprio tentativo di censurare la morte. Le lettere erano una vera e propria forma d’intrattenimento e Jane non si voleva soffermare su argomenti così tristi e delicati. In più, credo che Jane fosse incapace di elaborare i propri traumi attraverso la scrittura.
Pietro Citati e il romanzo “Emma”
Tra tutte le opere di Jane, Citati si sofferma particolarmente su Emma in cui pensa di intravedere meglio la scrittrice stessa:
“Emma è felice dello spettacolo quotidiano; non desidera altro; accetta totalmente con amore e ironia ciò che la vita le offre; e ogni oggetto è per lei un’epifania.
-una mente vivace e tranquilla… non vede nulla che non le piaccia.
–una mente vivace e tranquilla può essere soddisfatta anche senza vedere nulla.”
Se vi è sorta una curiosità riguardo il pensiero critico di Citati, vi consiglio di comprare oltre “Il male assoluto“, anche “La mente colorata” che approfondisce la figura di Ulisse all’interno del poema greco Odissea.
Letto durante l’adolescenza, è stato uno dei libri rivelatori che mi ha sempre più fatto appassionare alla letteratura.